venerdì 31 gennaio 2020

GLI STRUMENTI UMANI PER EDUCARE

Il mio modesto punto di vista e non solo .....Ho cercato di essere cosi da discente e cerco di essere cosi da docente.. così cerco di vivere la mia vita con il mio cane, la nostra vita , e che Dio me lo conservi a lungo anche tutto " stroppiato "
Un percorso di educazione prevede impegno educativo , obiettivi comuni , ricerca e perseguimento degli obiettivi , una organizzazione e un impostazione didatttica condivisa . L’Impegno , la tenacia e il senso di responsabilità hanno un ruolo fondamentale nel percorso educativo , a maggior ragione quando c’è un urgenza per gravi problemi comportamentali .
Scegliere di avere un cane è una importante e coraggiosa scelta di vita che presuppone una importante dedizione al proprio cane e alla costruzione di un rapporto profondo e duraturo nel tempo . Il primo comandamento è il benessere del cane e la sua felicità . Il cane è membro paritetico della famiglia anzi per certi versi , siccome dipende da noi , deve essere considerato un eterno bambino .
La prima fase della sua vita da fanciullo , velocissima . Un bambino di un anno sta imparando a camminare mentre un cane di un anno è pronto a procreare ( ma comunque anche questo è regolato dal padrone ) .La seconda fase della sua vita dipende da quanto veramente sappiamo delle sue pulsioni e da quanto siamo disposti a canalizzarle e sodisfarle durante la sua esistenza da adulto . La terza fase , ahimè vicina , è quella del cane anziano dove dovremmo responsabilmente saper ridurre i ritmi , cambiare adeguatamente un po’ di regole di vita comune e sapere accompagnare il cane in questo processo molto delicato . Per quanto la vita di alcune razze è più lunga complessivamente il cane vive molto poco rispetto alla nostra vita .
Tornando al percorso di educazione . Sentire la necessità di chiedere l’intervento di un educatore è solo il primo passo di un processo . L’impegno , la tenacia e la pratica costante sono ingredienti indispensabili del percorso . Più migliora la conoscenza ,più si affinano le tecniche meglio si esprime ciò che c’è dentro di noi . Questo sforzo comune che non riguarda solo il cane ma soprattutto noi , crea relazione e determina finalmente i ruoli nel binomio . Il cane e il conduttore sono paritetici e soffrendo insieme le stesse e medesime difficoltà in questo percorso creano e sviluppano schemi motori ed emotivi utili alla loro vita comune . Se crediamo che siamo al campo per insegnare al cane e quindi pretendere solo da lui oltre a sbagliare compiamo un atto ingiusto e presuntuoso che dimostra la nostra arroganza a sentirci superiori .
Credo che la tecnica acquisita con l’esercizio sia proprio dare voce a ciò che sentiamo dentro di noi . Mettere a fattore comune il lavoro , lo sforzo ,la cooperazione è per il cane uno dei suoi ruoli specializzati; che evita frustrazioni aumentano l’autostima e l’autoefficacia . Il cane è felice di fare bene a vantaggio del suo conduttore e il conduttore è felice di aver bene espresso al cane ciò che vuole da lui raccogliendone comportamenti adeguati alle sue richieste . Per ottenere questo è fondamentale l’esercizio e la costanza.
Bisogna recuperare confidenza col proprio corpo , imparare ad usarlo come strumento di comunicazione in alternativa o in ausilio al linguaggio corrente questo avviene tramite uno sforzo inizialmente importante ma se doti come l’assiduità , la pazienza e la gentilezza verranno messe a disposizione del rapporto tutto diventerà infinitamente naturale. Bisogna darsi e dare il tempo di comprendere e maturare , coltivare uno spazio per se stessi ( compiti a casa ) , riuscire a percepire i propri progressi e saperne gioire, cogliere il significato nascosto di ciò che facciamo con il cane e riconoscere la bellezza di un impegno che richiede serietà e senso di responsabilità, ma che è anche in grado di dispensare gioie inimmaginabili. Educare dal latino educer ossia fare emergere ,mirare ad estrapolare e potenziare anche qualità e competenze inespresse.
Ultimo ingrediente si chiama costanza è una virtù fondamentale che deve essere insegnata da piccoli e questo esercizio costa tantissimi sacrifici e implica tanti NO . Bisogna imparare a rimanere in equilibrio sulla curva dell’entusiasmo che è una condizione forviante . Forviante perché amplifica ed esalta i nostri desideri ma come monta facilmente così si deteriora in poco tempo . Chi non è costante ,chi si accontenta dell’immediato non avrà mai il piacere di conoscere nuove strade ,di mettersi alla prova e di specializzare se stessi , chi non è costante prima o poi …ma più prima che poi lascerà a se stesso il proprio compagno con cui si è scelto di vivere . Ricordiamoci sempre che il cane non scegli di stare con noi , siamo noi ad averlo deciso anche per lui , è che lui non ci lascerà mai più anche se sapremo deluderlo . Di questa cosa non ne dobbiamo approfittare .
Adesso un solo rigo per chi ci segue in questo percorso : L’addestratore . Questa strana figura è un essere umano che cerca con responsabilità di svolgere il suo compito ma non può nulla senza di voi . Ha il cane una volta alla settimana per 1 ora contro le restanti 167 che il cane vive con il conduttoreA settiana  . Per lavorare ha bisogno dei valori del conduttore sopra espressi che evidentemente e necessariamente devono anche essere la base fondante della struttura umana dell’addestratore che voi avete scelto . L’unico modo per essere a lui grato è contraccambiare con sincera e completa disponibilità ciò che si riceve ricordandosi che insegnare è donare .
Mi giunge voce che Gesù dice: « A chi più ha più sarà dato » .Sant’Agostino commenta questa frase così « Chi più è cosciente del debito di gratitudine verso chi gli ha dato tanto farà fruttare molto ».Il che vuol dire che chi apprende sarà a suo volta il discepolo che saprà passare come testimone la conoscenza , il rapporto umano che nel sacrificio è scresciuto e darà imperituro valore all’amore esploso con il proprio cane .

giovedì 6 giugno 2019

PERCHE' MI MORDI






Se il cane ha iniziato a mordere l’uomo un motivo c’è ….Quel muro ideale che separava le due specie si è talmente assottigliato che l’uomo e il cane sono stati assimilati . Aggressività intraspecifica, quella cioè tra animali della stessa specie. In quasi tutti i vertebrati questo tipo di aggressività è presente e si manifesta maggiormente negli individui che vivono in gruppo, dove i motivi per litigare sono molti. Motivi che una volta non erano comuni tra le due specie .
Ancora una volta la “colpa “ è nostra perché anziché occupare il nostro tempo a canalizzare le pulsioni del nostro cane lo abbiamo antropomorfizzato ignorando le sostanziali e vitali differenze . Avremmo potuto e dovuto continuare a condividere la socialità e la cooperazione nelle attività lavorative e invece siamo andati molto oltre .
Spesso intervengo in famiglie dove il cane è all’apice della piramide della leadership e dove uno dei componenti umani è visto dal cane come la risorsa più importante o all’opposto è visto come la figura più debole della famiglia . Ambedue queste condizioni porta il cane a difendere l’umano del quale spesso ne diventa possessivo . Bisogna per cui ristabilire i ruoli . Come far capire al cane la sua posizione gerarchica e come riposizionare la famiglia ? Normalmente chiedo alla figura umana che il cane vede come da proteggere di non dare più confidenza al cane e di non occuparsi più di lui e al contempo cerco di coinvolgere maggiorante le figure che il cane vede nel suo stesso gruppo sociale .  Il disegno che vi propongo indica la scalata gerarchica . Nel gruppo Gamma ci sono i cuccioli e i cani anziani è per tanto un gruppo dove non esistono tensioni sociali . Il gruppo Alfa è il contenitore virtuale dei cani Alfa . Io non penso ad un cane Alfa per eccellenza ma un cane Alfa con delle competenze specifiche in un campo il che vuol dire che il cane che è Alfa per una competenza lo è per tutte . Il gruppo in cui esistono conflitti continui è quello detto Beta dove i cani competono in conflitti sociali per accreditarsi alla promozione verso il gruppo Alfa .





Il posizionamento gerarchico influenza  in modo determinante l’utilizzo di un  comportamento e solo un corretto sviluppo ONTOGENETICO  può evitare simili comportamenti verso soggetti sbagliati . La possessività per esempio se mirata verso soggetti errati è un indice di un non corretto sviluppo e posizionamento . Il cane possessivo e con uno status sociale alto spesso ruba una risorsa facendosene accorgere proprio come un atto di sfida e spera che qualcuno vada a liberare la risorsa . Generalmente se ciò avviene il cane emette un ringhio e se questo non basta parte un sonoro morso . Non intervenire evita il conflitto e il mancato ingaggio provocato dal cane evita il rafforzamento del comportamento . Anzi , consiglierei , di farsi vedere dal cane giocare e sorridere …magari giocando con una pallina nella speranza che il cane si avvicini a noi . Se ciò avviene il cane ha perso la sfida e la perde maggiorante se quando arriva noi lo evitiamo e continuiamo a giocare da soli isolandolo perpetuando l’atteggiamento evitante . Questo rientra nel discorso che spesso faccio sul non dare mai al cane la possibilità di decidere . Dobbiamo avere sempre nella nostra testa un semaforo  . Il giallo serve a farci  fermare senza prendere iniziative se non domandarci : “ Di questa azione chi ha preso l’iniziativa ? “ .Se la risposta è  Il cane scatta il semaforo rosso . Fermiamo ogni azione  e non rispondiamo alle richieste del nostro cane  . Il verde scatta solo per  iniziative nate da noi . Esempio : Il cane vuole giocare e mi porta la pallina . Semaforo giallo : Chi ha preso l’iniziativa ? il cane . Semaforo rosso non gioco . Rimando il gioco di dieci minuti affinché sia io a prendere l’iniziativa del gioco . Accontento il cane , giustamente , ma non sto ad un suo ordine . Semaforo Verde . Prima che il cane si stufi e quindi smetta di giocare sarò io a mettere il semaforo rosso e decidere di smettere .



Il gioco e in particolare i giochi da noi pilotati creano relazione e condivisione e stabiliscono il ruolo . Penso ad esempio ai giochi di noise work dog . Nascondo dei bocconcini di cibo e incoraggio il cane a cercarli accompagnandolo nel gioco . Questa attività oltre a scaricare molto il cane utilizza e canalizza una risorsa primaria del cane  che è l’olfatto . Emozioni  SPIACEVOLI inducono a cambiare strategie ,Emozioni PIACEVOLI sono un RINFORZO del comportamento .  E’ importante che i proprietari capiscano che  non devono  assumere dominanza, ma acquisire la capacità di influenzare i loro cani in modo che volontariamente si comportino come richiesto . Un buon padrone ha acquisito questa immagine da trasferire al cane .Quindi non dire il solito NO che diventa una musica e quindi inefficace ma dare una ALTERANTIVA VALIDA .




Spesso Il cane impara , anche involontariamente ,  un atteggiamento che gli produce scarico di disagio e quindi scarico di stress e siccome questo gli produce benessere lo ripete SPESSO ANCHE SENZA MOTIVO . Quindi occhio alle routine nelle quali il cane potrebbe entrare .


Attenzione a creare un legame quasi esclusivo con il proprio amico a quattro zampe, che si sentirà  inevitabilmente minacciato a causa della  risorsa limitata  , un fidanzato, un marito , un estraneo  o chiunque altro invada i nostri spazi personali. Le relazioni devono essere bilanciate e le coccole , i bacetti e le faccine con vocine da altro pianeta devono essere sostituite da attività di lavoro . La gelosia è un sentimento umano. Assume nel tempo il significato di timore che un rivale  ottenga l'affetto di qualcuno a noi caro.  La gelosia è una tipica esperienza nei rapporti umani, ed è stata osservata in bambini di appena  cinque mesi. SENTIMENTO : stato d'animo ovvero una condizione cognitivo-affettiva che dura più a lungo delle emozioni. Il cane invece è possessivo che è qualcosa di meno profondo Che segnala o specifica un rapporto  di  proprietà o appartenenza.  Che tende a dominare o sopraffare nei rapporti affettivi.  La mia modesta esperienza mi ha dimostrato , in un campione comunque significativo di cani , che costruire una relazione importante e bilanciata è la medicina di ogni male . In campo uso molto lavorare in obbedienza e se vedo che i padroni non hanno un atteggiamento positivo e gioioso anticipo le attività ludiche che comunque farei . Normalmente nelle attività di gioco il padrone perde tutta una serie di controlli che mal dispongono l’apprendimento loro e successivamente del cane . Come sempre dico il problema siamo noi e quindi il lavoro da fare e i “ sacrifici “ da sostenere sono più a carico nostro che del nostro cane . Il cane ha 4 zampe e una coda e anche se proviene da linee di sangue non “ felici “ o da storie complicate hanno una grande capacità di recupero mentre dentro ognuno di noi alberga sempre qualcosa di sconosciuto spesso tanto sconosciuto da non essere controllato neanche da noi stessi .  Solo poche righe giusto per condividere con chi mi segue una esperienza nella speranza che possa servire a rendere migliore la vita dei binomi futuri .